Eccomi qui
dopo l’ennesima bocciatura,
in verità
sono idonea non vincitrice, sei posti ma io sono ottava, come il dottorato
senza borsa, e lo stage senza rimborso spese…hai le competenze e le capacità
per partecipare, ma non ci sono i fondi per darti la possibilità di farlo.
Questa come
tante altre sono Piccole storie di regolare precarietà.
Ti sei
laureata, ci hai messo impegno, qualche lavoretto lo hai sempre fatto, hai
imparato le lingue come ti avevano detto, sei andata all’estero, hai fatto lo
stage, ti sei messa in gioco…
E poi:
benvenuta nella fossa dei leoni.
Nessuno ti
dice cosa fare, dove andare o chi chiamare: sei tu da sola, contro tutti.
Donne e
giovani sono i più colpiti da questa crisi economica.
Sono esclusi
ed espulsi dal mondo del lavoro.
Le classi
medie non sono più in grado di mantenere il loro tenore di vita. L’Italia non
cresce e ha un debito troppo alto, come ci raccontano di continuo. Qui come
altrove, si è deciso di tagliare sui servizi sociali, la scuola,
l’università e la sanità.
Ma in questo
paese - forse più che in altri - ti senti proprio tagliata come persona.
Tagliata
fuori, ma anche tagliata dentro, perché il fallimento che ci ritroviamo a
vivere diventa giorno dopo giorno anche un fallimento individuale, oltre che
globale.
E poi ci
sono io.
Eccomi:
Giovane, Donna e figlia della classe media che ha goduto del boom economico
italiano.
Ho vissuto
in un bel quartiere, con a disposizione più o meno tutto quello che ho sempre
voluto.
Laureata da
più di qualche mese posso dire con tranquillità e semplicità: che non so
proprio dove andare a sbattere la testa!
Non c’è
spazio per me, non c’è spazio per noi, in questa Italia del XXI secolo.
Ho riscritto
il mio CV centinaia di volte, l'ho tradotto in due lingue, aggiornato per ogni
singola proposta di lavoro, adeguato all’azienda e all’annuncio. Ne ho inviati
centinaia in Italia, e qualche decina anche all’estero.
Nella
maggior parte dei casi non ti rispondono, oppure, come oggi, ti senti
rispondere che non c’è più spazio. Non c'è più spazio se non hai un amico o un
parente che ti dia una dritta, non c'è più spazio per te che hai fatto una
semplice università pubblica e che ancora non hai pagato migliaia di euro per
un master.
Non che io
sia piccola, né tantomeno posso stare da per tutto, non mi accontento e non sto
mai zitta, per questo ho deciso che racconterò qui queste piccole storie…
Le mie sono
piccole storie che però vengono vissute ogni giorno da qualsiasi giovane
di questo paese, e di questa Europa, perché la disoccupazione giovanile
dilaga.
Queste
storie non sono altro che una delle tante narrazioni di una generazione che non
vuole essere più solo giovane.
Queste sono piccole storie di precarietà…niente altro che vere storie di
nuova povertà.
Uma Delfini
RispondiEliminaho 26 anni. parlo fluentemente tre lingue, e un po di polacco. mi sono laureata a roma in scienze politiche poi sono andata a londra a fare un master in antropologia dello sviluppo e dei diritti umani. dopo un tirocinio finto (non esisteva) che ho dovuto pagare in india, ho lavorato per tre mesi in un orfanatrofio. dopo di che ho fatto 4 stage solo uno con rimborso spese. nel mentre per mantenerm...i ho pulito stanze di alberghi, cessi e fatto la cameriera per lungo tempo.
per poi finire in un minuscolo paesello polacco a fare lo SVE. finalmente al secondo tentativo (dopo aver speso soldi per aereo, treno, albergo: 500 euro a tentativo) sono stata presa al servizio civile per 10 mesi a buenos aires. un sogno avveratosi. tra una settimana avrei dovuto iniziare ma è tutto bloccato. motivo: un ragazzo pakistano residente in italia da 15 anni ha fatto ricorso perchè non è stato ammesso non essendo cittadino italiano. é vero e chi lo sa? forse è piu plausibile pensare che ci sia la mancanza di fondi alla cooperazione dietro a tutto cio... o la richiesta da parte di svariate ong al governo di non comprare due caccia e di dare quei soldi alla cooperazione.
x approfondire: http://www.mosaico.org/images/articolo_commento_sentenza_syed.pdf
questa è la mia storia di precarietà, per fortuna non di povertà perche ho due genitori pensionati che mi sostengono.
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