lunedì 16 aprile 2012

Cosa vorresti fare da grande?

O meglio come costruire una linea di fuga e perché

Oggi mi hanno chiesto per l’ennesima volta: ma tu cosa vorresti fare?
Per fortuna non hanno aggiunto da grande!
Penso che questo sia uno dei miei grandi problemi. Riuscire a fare un progetto chiaro è semplice di cosa mi piacerebbe veramente fare.
Non riesco a capire come comprendere veramente quello che mi piace, dato che di fronte a me non riesco a vedere altro che barriere, difficoltà e poco interesse nei miei confronti.
Da quando decidi cosa studiare all’università - se non prima - ti senti addosso questa pesantezza su come le tue scelte influenzeranno tutta la tua vita se non sono ben ponderate rispetto alla realtà dura e cruda che ci ritroviamo di fronte.
>>Vuoi studiare scienze politiche? E dopo cosa pensi di fare?
Ma siamo matti filosofia nel 2012!
Ah ma se fai ingegneria ci devi pensare bene, non è che cominci e dopo 3 anni lasci tutto a metà strada, e poi cosa faresti? Lo sai che è una professione da uomini!
Ah no lettere no, e non mi dire che vuoi fare la professoressa?
Interessante archeologia, peccato che non c’è mercato in Italia.
L’avvocato? Tuo padre fa l’avvocato?
La verità è che non ci sono carriere aperte in Italia, non ci sono progetti imprenditoriali su cui poter puntare, non esistono idee con gambe molto lunghe.
Ma soprattutto il mercato del lavoro, in questo caso incarnato dalle figure di orientamento - gli addetti dei centri per l’impiego come Porta Futuro, dei punti eurodesk, gli psicologi del lavoro del Soul della Sapienza - non fanno altro che scoraggiarti.
>>No, sul nostro portale non trovi offerte di lavoro per laureati, ma se vuoi facciamo i workshop su come scrivere un curriculum.
Vuoi un aiuto per trovare una borsa di mobilità all’estero? Secondo me la miglior ricerca è quella che puoi fare da sola su internet.
Vorresti fare un dottorato ma non viene poi ben visto dalle aziende italiane, perché diventeresti troppo formata.
L’ansia di trovare lavoro, la pressione della famiglia, l’angoscia della crisi, l’incapacità del sistema di orientamento al lavoro sia pubblico che privato, non fanno altro che spingerti: CERCA LAVORO, FAI UN CORSO DI SPECIALIZZAZIONE, UN TIROCINIO, UN MASTER, UNO STAGE…
Giri a vuoto spinta come una pallina all’interno di un flipper e alla fine ti spingi ancora di più in questo vortice infernale e ancora di più. Perché quando ti fermi, nei momenti vuoti del tuo stage, quando sei sovra pensiero nella lezione noiosissima del master, nei cinque minuti di pausa tra il tirocinio e il lavoretto che ti permette di arrotondare, allora è là che ti chiedi: MA PERCHE’?
Perché continuo a fare un master che non mi soddisfa, uno stage che non mi piace, un lavoretto che mi stressa e basta, perché continuo una ricerca ossessiva di una cosa che fino in fondo non so nemmeno cos’è?
Continuano a chiedermi cosa vorresti fare? Cosa ti piacerebbe fare? Cosa ti realizzerebbe veramente?
Io continuo a rispondere a queste domande con dei dati di realtà troppo evidenti: 75 milioni di giovani nel mondo cerca lavoro senza trovarlo, il 40% dei disoccupati mondiali è giovane, se sei giovane la possibilità di restare disoccupato è tre volte maggiore.
Ma la verità è che ho paura che i miei desideri non si possano realizzare, che vengano distrutti nello stesso momento in cui li esprimo.
Per questo abbiamo imparato a non svilupparli, a non farli divenire progetti tangibili e reali, così è più facile accettare lo stage nella speranza di…, fare il master così dopo…, fare un dottorato così poi...
Se i miei desideri rimangono soltanto dei sogni vivono in un altro mondo che non entra in contrasto con il mondo reale. Per questo ho deciso di allontanarmi dalla vita in cui mi ero incastrata. Ho deciso di far diventare quei cinque minuti un momento molto più lungo.
Perché in un mondo dove si vive senza desideri correndo dietro solo alla realtà non vale più la pena nemmeno di sognare.

6 commenti:

  1. L'altro ieri ero a Roma e diluviava. Aspettavo sotto la pioggia di poter entrare nella tale ambasciata a chiedere il mio tale visto per il mio ennesimo tale lavoro precario. Mi sono rifugiata sotto un ponteggio. Lì, sulla ringhiera, c'era scritto in uniposca "nei sogni bisogna crederci".
    Noi che facciamo?

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  2. Fai quello che ti piace.. sta qui il segreto!E' la chiave giusta! Fregatene della famiglia.. la vita sara' tua in futuro non la loro! Per l'idea di ingegneri .... em no che non e' un lavoro da uomo! Anche i meccanici sono donne in tutti i paesi europei.. noi siamo in dietro tanto e soprattutto di mentalita'! In bocca al lupo! Ti consiglio una esperienza come au pair all'estero in questo modo puoi imparare la lingua sul posto gratis conoscere persone di altre nazionalita' aprire la mente e vedere che l'Italia e' solo un piccolo puntino in un mondo molto grande! Le esperienze da piccoli all'estero aiutano molto e fanno crescere! E' una buona base per iniziare.... a qls eta'!

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  3. Un bellissimo post, mi ha toccato veramente. Io sono uno studente italiano in Olanda per fare una specialistica. Dopo le superiori (in un istituto professionale) ho preso economia, triennale in commercio estero, rido al pensiero che qualcuno dello scientifico è ancora dietro a dover passare matematica... cmq dopo un'esperienza erasmus in Austria ho avuto la possibilità di frequentare delle lezioni sulle energie rinnovabili e ho deciso più o meno di proseguire su quella strada. Ora sono ad Amsterdam a fare una specialistica intitolata Environment and Resource Management specialisation energy studies...sarà stata la scelta giusta? troverò lavoro? probabilmente le risposte a queste domande sono NO e NO, ma sono sicuramente più felice di quando studiavo cose che non mi interessavano. Trovare la propria strada in questo mondo non è facile, ma credo di aver capito che è sempre meglio seguire le proprie passioni e non IPOTETICI "sbocchi lavorativi", da grande.... farò l'uomo, forse il padre di famiglia senza lavoro non potrò permettermelo.

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  4. Vanessa, semplicemente grazie per queste parole.
    Come se l'avessi scritto io, e come me milioni di altre persone.
    Solo che tu l'hai scritto meglio.
    Grazie ancora!

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  5. incredibile..sembra che ogni riga l'abbia scritta io....laureata brillantemente in giurisprudenza da un anno, anch'io giovane donna nel mondo della disoccupazione..alla fine del liceo ero indecisa sulla direzione da prendere..avrei voluto iscrivermi a lettere o archeologia ma pensavo ai pochi sbocchi professionali (povera illusa!).. così, pur non avendo un padre o parente avvocato, optai per le materie giuridiche......mi guardo intorno spaesata, con una laurea in discipline che non mi interessano minimamente, tuttora svolgo un tirocinio formativo (di sei mesi, presso una pubblica amministrazione..ampiamente sottopagato) e contemporaneamente pratica forense in uno studio penale(zero retribuzione) ma niente intorno a me riesce ad appassionarmi realmente.. ogni tanto penso ad un'esperienza all'estero..o ad un dottorato di ricerca.. ma mi chiedo: come si fa a capire quello che davvero si vuole fare? la realtà attuale nemmeno te lo dà un diritto di scelta... e così mi sento immobile, passando i miei momenti morti sui siti internet a cercare, cercare, cercare.. ma cosa? Che cosa spero di trovare? E perchè? Ci sono certi giorni in cui mi sento davvero uno straccio a non far nulla e a non poter fare nulla.. Poi guardo i miei genitori..loro si che hanno vissuto in una realtà meno avvilente della nostra..guardo il sorriso di mio padre, speranzoso per me e per tutta la nostra generazione di laureati in tempi di crisi. Dice che peggio di così non si può andare e che ora non si può fare altro che risalire. E' sempre stato un inguaribile ottimista... spero DA GRANDE di diventare anch'io come lui.... ciao, Stefania

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  6. Ho letto e riletto più volte questo piccolo racconto....
    è bellissimo.
    Le parole giuste nei punti giusti.

    Hai saputo dire tutto in così poco e con tale maestria
    che sembrava il mio pensiero e non quello
    di un altro. Esattamente le stesse cose che pensavo
    anche io.

    Ho sentito la necessità di rileggere
    più volte, perchè era proprio quello che
    penso anche io ogni giorno, e tu hai saputo
    condensare e descrivere la condizione di tantissimi
    giovani con quelle bellissime parole...

    E' bello sapere che ci sono altre persone
    che sentono le stesse cose, che hanno gli stessi
    pensieri, e che vorrebbe realizzare i propri
    sogni in un'epoca che purtroppo non te lo permette...

    Grazie per le bellissime parole.
    Simone

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